Sempre più famiglie ricorrono alla figura della badante, spesso una donna, spesso sconosciuta, spesso non in regola, a cui affidare le cure dei propri cari più anziani.
Oggi, al termine badante, per abitudini sociali, sempre più spesso viene associata l’immagine di una donna extra-comunitaria, con importanti difficoltà linguistiche e che, buona parte delle volte, opera senza essere in regola.
Fare lavorare, senza mettere in regola, una persona in casa propria può essere molto rischioso in termini legali, per esempio provate a pensare se questa persona si facesse male mentre lavora in casa vostra.
Inoltre, può diventare anche molto oneroso in termini fiscali. Riportiamo di seguito – per vostra conoscenza – quali sono le sanzioni a cui si può incorrere per chi fa lavorare come badante una persona senza averla messa in regola: l'impiego di un lavoratore domestico senza che non risulta nei registri o in altre documentazioni obbligatorie, quindi senza la comunicazione all'INPS, comporta una sanzione che varia da 1500 € a 12000 €, con un'aggiunta di 150 € per ogni giorno di lavoro non dichiarato.
Alle sanzioni indicate sopra, si aggiungono altre penalità per eventuali inosservanze relative all'assunzione e alla cessazione del rapporto di lavoro, anche se quest'ultima è già avvenuta al momento dell'accertamento.
Ne consegue che tale attività illegale può seriamente danneggiare gli ormai difficili equilibri economici delle famiglie. Allora, come fare?
Le possibilità che abbiamo davanti sono sostanzialmente due:
- assumere la badante in regola
- affidarsi a una casa di riposo dotata di comfort e personale qualificato
Per le collaborazioni che non superano le 280 ore annuali non è necessario sottoscrivere un contratto di assunzione poiché basta ricorrere al libretto famiglia, lo strumento introdotto per sostituire i voucher lavoro.
Quanti giorni di lavoro sono 280 ore annuali?
La risposta la possiamo calcolare rapidamente: se per esempio ci servisse la badante solo durante la nostra assenza da casa, quindi nel caso in cui l’anziano viva con noi, ci basterà calcolare:
- 8 ore di lavoro (il nostro, quindi la nostra assenza da casa)
- 2 ore di spostamento quotidiano per raggiungere il nostro posto di lavoro (per esempio)
In questo esempio abbiamo necessità di avere la badante per 10 ore al giorno, che, moltiplicato per i nostri giorni lavorativi, si traduce in 2400 ore l’anno. Ne va da sè che sforare tele limite ci basterà avere la badante per una sola ora al giorno.
Per tutti gli altri casi, dunque, se superiamo le 280 ore in un anno, dovremo ricorrere al contratto di assunzione. Assumere una badante non è così semplice e banale, motivo per cui molte famiglie decidono di adottare un’alternativa (che troverai in fondo alla pagina). Ma arriviamoci passo passo: vediamo come fare per assumere una badante.
Se dopo un’attenta ricerca avete individuato la badante potete procedere con l’assunzione. In base alla sua nazionalità, però ci sono diversi obblighi a carico vostro; vediamo quali:
Dopo aver concordato con la badante gli elementi del rapporto di lavoro come orario, retribuzione e ferie e se la badante dispone di codice fiscale, documento d’identità e tessera sanitaria potrete procedere con l’assunzione.
Nel caso specifico che la badante sia minorenne, allora, subentreranno altri due obblighi:
1) il certificato di idoneità al lavoro, rilasciato dall’Ufficiale sanitario dell’ASL;
2) la dichiarazione dei genitori o di chi esercita la potestà familiare
3) la suddetta dichiarazione dovrà essere vidimata dal Sindaco del Comune di residenza.
Nel caso specifico di badante extra-comunitaria, invece, non basterà la dichiarazione vidimata dal sindaco, il documento, il codice fiscale, il certificato di idoneità, la tessera sanitaria e un contratto di assunzione, bensì dovrete integrare con i seguenti altri obblighi.
4) La badante deve essere in possesso di un permesso di soggiorno valido per lo svolgimento di un’attività lavorativa
5) Al momento del rinnovo del permesso di soggiorno, inoltre, lo straniero dovrà esibire in Questura la copia del modulo UniLav.
Se tutti questi punti non vi spaventano, allora non vi resterà che procedere con la registrazione presso l’INPS.
A partire da data 29 gennaio 2009, la comunicazione di assunzione deve essere presentata all’Inps entro le ore 24 del giorno precedente (anche se festivo) a quello di instaurazione del rapporto di lavoro. La comunicazione avviene attraverso il portale INPS, per accedere al quale dovrete disporre del vostro Codice Fiscale e del PIN che vi è stato inviato per posta dall’INPS.
Il contratto di lavoro per l’assunzione di una badante.
Tale contratto dovrà essere redatto in duplice copia dovrà contenere tutte le seguenti informazioni:
a) data di inizio del rapporto di lavoro,
b) categoria in cui viene assunta la persona
c) la sua anzianità di servizio,
d) durata del periodo di prova,
e) orario di lavoro,
f) giorno del riposo settimanale,
g) condizioni del vitto e dell’alloggio
h) retribuzione oraria.
inoltre, e giustamente, dovrà essere sottoscritto da entrambe le parti, e solo allora sarà valido.
Molto dipende da quante ore di lavoro necessitiate, ma giusto per darvi un indicazione, vi riportiamo a titolo di esempio il costo per una badante a 54ore settimanali:
Una badante convivente “costa” all’incirca € 1310 al mese. Questo costo comprende il suo stipendio (all’incirca € 965,30 mensili) e i contributi INPS/INAIL (€ 182,50) oltre al rateo delle ferie (€ 80,45) e della tredicesima (€ 80,45). Inoltre dovrete accantonare circa 900 euro per ogni suo anno di lavoro come TFR.
Oltre i suddetti costi, dovrete tenere in considerazione che tale badante necessiterà di ferie e che in tali periodi dovrete trovare un’alternativa e se si ammalasse? Idem.
Con questo abbiamo concluso l’iter necessario a chiarirvi almeno le idee su cosa significhi oggi assumere una badante, ma abbiamo parlato anche di un’alternativa all’inizio. Ricordate?
Sicuramente per l’opinione pubblica la casa di riposo rappresenta la soluzione più comoda e forse più costosa, ma sapete che ci sono detrazioni e bonus statali per poter usufruire di un letto presso una casa di riposo?
Secondo quanto stabilito dalla legge Art. 10, comma 1, lett. b, del Dpr 917/1986, le persone disabili oppure invalide possono dedurre integralmente i costi sanitari sostenuti e certificati nella dichiarazione annuale rilasciata dall’ente gestore della struttura. Per disabile si intende una persona «che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione» [3], indipendentemente dal fatto che questi fruiscano o meno dell’assegno di accompagnamento.
Oltre che dall’ospite della casa di cura, le spese sanitarie sostenute possono essere eventualmente dedotte anche dai familiari a prescindere dal fatto che il parente in cura sia o meno da considerare fiscalmente a carico.
Le persone non portatrici di handicap o non invalide, ma comunque non autosufficienti «nel compimento degli atti della vita quotidiana», possono detrarre il 19% del totale delle spese sanitarie certificate.
Per persone non autosufficienti si intendono i soggetti che siano incapaci in autonomia di: assumere alimenti; espletare le funzioni fisiologiche e di igiene personale; deambulare; indossare da soli gli indumenti. Lo stato di “non autosufficienza” sussiste anche qualora ricorra una sola delle suddette condizioni. Inoltre, sono da considerare “non autosufficienti” le persone che necessitano di sorveglianza continuativa.
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